I tempi in cui viviamo sono duri, non lo si può negare. Forse oggi come mai più prima è costretta questa generazione a dimostrare il suo volto umano con uno sguardo rivolto non più ad un maschio o una femmina, ad un italiano o cinese, ma all’uomo stesso. È incredibile vedere di quali cose l’uomo è capace se è costretto. Può fare grandi disastri ma anche grandi miracoli. Li chiamo così anche se qualcuno potrebbe obbiettare che le opere fatte dalle mani degli uomini non lo sono. Ma non è ciò che ho scoperto io. Per me, ogni atto d’amore è un seme di grande miracolo. E dove lo vedo? Proprio nel nostro volontariato.
Esso mi fa ricordare quando è necessario che io esca da me stesso, dalla mia comodità per poter vedere l’uomo, per vedere anche la vita stessa. È proprio ciò che accade alla mensa della Caritas diocesana. Vado lì a incontrare la persona che soffre. Non mi devo aspettare nessun “grazie” anche a volte lo ricevo. Lì mi rendo conto del mio egoismo, ti quanto fino ad ora pensavo soltanto a me stesso e al mio futuro. Ma Dio mi ha dato la grazia in questo volontariato di servire alle persone ma in primis per il loro bene ma anche per la mia salvezza. È incontrando la miseria che si rende conto di quanto si sia miseri. Io ho visto quella mia quando ho sentito il mio egoismo, ho capito che queste persone senza tetto sono misere dal punto di vista economico ma io lo sono nel senso spirituale. È una grazia per me questo volontariato.
C’è in giro un virus e le persone che incontriamo possono essere contagiate e io devo stare attento per il mio bene e per il bene delle persone che incontro. Questo è vero! Indossiamo perciò le mascherine e i guanti sulle mani. Ma mi sembra che nei confronti di questi ultimi che soffrono li indossavo da sempre, le mascherine sul mio cuore e i guanti sui miei sentimenti. È ora di svegliarsi dal sonno.
Durante il servizio alla mensa il mio compito è prendere i vassoi di cibo e portarli sul tavolo dove sono sedute le persone. Spesso l’insensibilità e paura che sono dentro di me non mi permettono di dare a loro quello di cui hanno veramente il bisogno. La gentilezza. Ed è un’ironia perché essa è proprio ciò che io nella vita chiedo dagli altri nei miei confronti. È una benedizione per me il volontariato perché mi fa vedere il mio l’io interiore e mi fa capire che uno vive la propria vita in modo pieno solo quando la dona giorno dopo giorno.